(Nella foto i ragazzi di 3SC presentano ''Grhappy Apple'')
Creatività, riflessione, approfondimento. Sono questi gli speciali ''ingredienti'' attraverso i quali gli studenti delle classi terze dell'istituto superiore Greppi di Monticello - indirizzo scienze umane - hanno illustrato il risultato finale della ''Simulalternanza'' scuola-lavoro, nell'ambito del progetto denominato ''Common Goods Social Business School Superbowl''.
Gremita di alunni questa mattina l'aula magna, per ascoltare dalla viva voce dei protagonisti, quanto svolto in queste ultime settimane dai compagni. Un lavoro impegnativo, sfociato nella produzione di tre progetti distinti: ''Grhappy Apple'', ''Second Chance'' e ''Pro tetto''.
''L'obiettivo era quello di fare dell'alternanza scuola-lavoro, un progetto presente all'interno del curriculum scolastico'' ha esordito la dirigente scolastica, Anna Maria Beretta. ''I ragazzi devono misurarsi direttamente e concretamente con queste situazioni professionali. Per loro e per la nostra scuola è stata una grande opportunità''.
(Nella foto accanto alla dirigente, la professoressa Edoarda Brambilla)
''Per gli studenti dell'indirizzo socio-psico-pedagogico questo progetto è stato fondamentale'' ha commentato invece la professoressa Edoarda Brambilla, coordinatrice di indirizzo. ''Lo scopo era quello di operare concretamente per dare una soluzione ad un problema che esiste sul territorio, divenendo così un vero cittadino attivo del terzo settore''.
Spazio dunque alla presentazione dei progetti, a partire dalla classe 3SC con il suo ''Grhappy Apple''. L'idea è quella di correggere le cattive abitudini alimentari degli studenti, proponendo l'installazione di distributori automatici di cibi salutari all'interno dell'istituto. Il progetto prevede inoltre una serie di incontri di formazione con esperti dietologi e nutrizionisti. I ragazzi hanno illustrato anche le scelte operate sul fronte ''pubblicità e marketing'', con la creazione di una pagina Facebook per far conoscere il progetto e l'organizzazione di un concorso per mettere in palio una chiavetta con 5 euro di ricarica per poter usufruire dei prodotti salutari delle nuove
macchinette.
La 3SB invece, ha presentato ''The second chance'', un progetto che si propone di fornire ai detenuti della provincia di Lecco, competenze professionali di base attraverso dei corsi di formazione. Lo scopo principale è infatti quello di ridurre la recidiva, offrendo agli ex carcerati una ''seconda opportunità'' sul fronte professionale. Gli studenti del Greppi hanno ottenuto - a questo proposito - la collaborazione dell'associazione Il Gabbiano onlus, del CPIA (centro provinciale per l'istruzione degli adulti), del carcere di Pescarenico e del comune di Lecco.
Quest'ultimo ente, rimasto particolarmente colpito dal progetto, ha fatto sapere di poter mettere a disposizione un monolocale di sua proprietà, situato in Via dell'Eremo, quale potenziale sede dello sportello per reindirizzare al lavoro, gli ex detenuti. Questi ultimi sono stati a loro volta ''intervistati'' dagli alunni attraverso la compilazione di un questionario ''ad hoc''. ''Ad oggi sono attivi alcuni servizi analoghi, ma nessuno è attivo nella ricerca del lavoro, che è invece il cuore del nostro progetto'' hanno illustrato le studentesse.
E' toccato infine ai compagni della classe 3SA presentare ''ProTetto'', iniziativa che mira all'integrazione, portata avanti insieme a ''Progetto Itaca, cooperativa sociale onlus''. Un progetto finalizzato a garantire - ai richiedenti asilo presenti nella nostra provincia - tutti gli strumenti necessari per agire sulla loro formazione. Quale sede per portare avanti l'iniziativa, è stato scelto l'ex ristorante Il Portico di Airuno, confiscato alla mafia nel 1997 in quanto di proprietà del boss Franco Coco Trovato.
Di proprietà della Prefettura, ha ospitato negli anni scorsi la Guardia di Finanza e attualmente ospita un centro di accoglienza che vede la presenza di 57 migranti maschi, con età media di trent'anni. Nell'intenzione degli studenti potranno essere proposti corsi di italiano, ma anche di lingua inglese e francese; infine un corso base di informatica per l'utilizzo del computer e attività alternative quali l'orto, la musica e la creatività.
Tre progetti che si sposano appieno con la filosofia del ''Common Goods'': valutare cioè cosa manca nella nostra città e quali progetti poter proporre a favore della comunità locale. Duecento le ore che gli studenti hanno dedicato all'iniziativa, proposta per il primo anno alle classe terze in forma sperimentale. Superate le difficoltà iniziali, ora si apre una seconda sfida: conferire ai progetti la capacità di prendere una piega concreta, ottenendo consensi e - soprattutto - finanziamenti.
Relazione con la stampa: Prof.sse Annarosa Besana Rossella Gattinoni