Tra i numerosi appuntamenti organizzati presso l'
istituto superiore Greppi di Monticello nell'ambito della Settimana del Successo Formativo, ha suscitato parecchio interesse fra gli studenti quello con il
giornalista sportivo Paolo Condò.
Nato a Trieste nel 1958, il presentatore e volto del piccolo schermo risiede con la famiglia a Sirtori. Giornalista professionista dal 1981, Condò ha lavorato tre anni per ''Il Piccolo'', e oltre trenta per la ''Gazzetta dello Sport'', seguendo sette Mondiali e cinque Europei di calcio, due Olimpiadi estive, otto Giri d'Italia e numerosi altri eventi. Nel 2015 è passato a Sky Sport. Dal 2010 inoltre è il membro italiano della giuria internazionale di ''France Football'' che assegna il Pallone d'oro. Ha scritto il romanzo Sotto copertura (Piemme, 2002) e Duellanti (Baldini & Castoldi, 2016).
Da destra il giornalista Paolo Condò e il professor Antonio Pellegrino
Durante il suo intervento al Greppi, il giornalista ha spiegato ai giovani alunni il percorso che lo ha portato a diventare la persona che conosciamo oggi, fornendo anche diversi consigli utili. ''Scommette su voi stessi, viaggiate e mettetevi in gioco, perché le opportunità vanno colte al volo'' ha detto Condò rivolgendosi agli studenti.
Significativi sono stati i racconti delle sue esperienze in giro per il mondo e a contatto con alcuni tra i più famosi personaggi sportivi e non solo, tra cui Lorenzo Simoncelli, giornalista freelance del Sud Africa, incontrato durante un viaggio in aereo, oppure alcuni celebri giocatori e allenatori come Diego Armando Maradona, Lionel Messi, Josep Guardiola e molti altri.
Il giornalista e opinionista televisivo ha confidato ai villagreppini che per fare un lavoro simile al suo, è necessario avere prima di tutto un sogno e in secondo luogo, la possibilità di raccontarlo.
Particolare attenzione, in questo senso, è stata rivolta al desiderio che aveva il giocatore di basket in NBA da poco scomparso in circostanze tragiche, Kobe Brayant: quello di ''diventare il più grande giocatore della storia della pallacanestro. Se non ci è riuscito, comunque ci è andato vicino. Kobe aveva la capacità straordinaria di parlare alla parte migliore di noi, e portava dentro di sé questo stimolo a migliorarsi" ha detto Condò.
La passione del giornalista per lo sport è nata in lui sin da bambino, quando alle scuole medie visitando il giornale di Trieste, ''Il Piccolo'', si é innamorato di quel mondo. "Ricordo di essere tornato da quella visita e di aver detto a mia madre che sapevo cosa avrei voluto fare da grande. Dopo tutto se si unisce la passione per lo sport alla passione per il giornalismo ne esce una combo perfetta" ha raccontato l'ospite.
Tante le domande rivolte al giornalista dagli studenti, sui più svariati temi come il tifo, la sua carriera professionale e la posizione degli ultras durante le partite.
''Il futuro dello sport è davvero grande, anche solo per il fatto che si stanno sviluppando, proprio in questi anni, delle nuove figure professionali in questo mondo che assumeranno sempre più importanza'' ha detto il giornalista citando come esempio il primo corso per diventare Manager Sportivo aperto all'Università Bocconi. Un settore che si sta evolvendo molto rapidamente, tanto che le possibilità di lavoro all'interno di quest'ambito sono in fortissima ascesa, questo é infatti un settore in continua espansione e per questo motivo ci sarà sempre, perchè "lo sport è il reparto giocattoli della vita".