Questa mattina nell'Aula Magna del Greppi un intenso spettacolo di recitazione e musica ha evocato la Giornata della Memoria. Non una rappresentazione convenzionale, ma una narrazione a due voci di carattere universale che invita a riflettere sui muri visibili e invisibili di presente e passato che determinano guerre, odi, discriminazioni. Accompagnati da musiche prevalentemente ebraiche, il racconto è incentrato sulla vicenda di due fratelli che, separati alla nascita, si incontrano casualmente attraverso il tentativo di superare un muro che separa i destini di due paesi.
Gli attori in scena, Lorenzo Corengia e Giorgio Mariani al termine dello spettacolo hanno spiegato: ''Il racconto tralascia volutamente ogni tipo di riferimento storico e geografico, per rendere tutto più universale, senza distinguere popoli più cattivi e meno cattivi, ma per mettere a nudo le coscienze degli uomini, dove l'odio è sempre latente perché parte naturale di ognuno di noi. Solo la ricerca dell'altro, l'accettazione del suo mondo favoriscono una conoscenza più profonda di noi stessi". E hanno aggiunto: "è solo con la memoria, col ricordo dei propri errori che l'uomo può evitare ciò che un tempo era "l'inimmaginabile", ma che è lì, sempre, dietro l'angolo che aspetta. Il male non è onnipotente, è possibile resistergli. La testimonianza di coloro che effettivamente gli hanno opposto resistenza può risvegliare l'animo intorpidito delle società moderne".
A rendere suggestivo e coinvolgente il testo proposto dalla Compagnia Teatrale Ronzinante di Merate, le intense musiche della violinista Alessandra Sonia Romano, per diversi anni primo violino e solista con l'Orchestra RAI di Milano e profonda conoscitrice del panorama musicale ebraico e internazionale.
Al termine, una seria riflessione guidata dagli studenti Mirta Simone e Andrea Riva della quinta SA del Liceo delle scienze umane ha riletto la storia del Novecento e dei giorni nostri attraverso la triste storia dei tanti muri che l'hanno segnata.