Intervento sul Corriere della Sera del prof. Antonio Pellegrino sul tema del bullismo nelle scuole.
<< Tra registri e moduli non sappiamo ascoltare le emozioni degli studenti >>
Può anche darsi che episodi come questi fossero presenti anche in passato, ma un conto è la parolaccia sussurrata dal banco, un altro è essere filmati e sbertucciati da migliaia (milioni) di visualizzazioni. La scuola ai tempi di Internet è questa? Non credo: esiste un’altra scuola, un altro modo di narrarla. Qualcuno dovrà pur raccontare la necessità di una vera riforma degli istituti professionali e tecnici, dove fare lezione è sempre più difficile, oppure le crisi d’ansia di ragazze che nei licei arrivano in terza o in quarta e non riescono più letteralmente a entrare in classe. E non stiamo parlando di casi isolati, ma di numeri significativi, che indicano che è un fenomeno in crescita. Credo che, in fondo, i nostri studenti stiano vivendo la fragilità di tutti gli adolescenti senza figure adulte in grado di supportarli: i genitori lontani, gli insegnanti impegnati a compilare registri e moduli, a preparare e correggere compiti e, per questo, non sempre disposti ad ascoltarli, ad intercettare le loro emozioni a cui non sanno dare un nome. Un consiglio per il programma del prossimo ministro dell’Istruzione: la scuola dovrà tornare a essere luogo di educazione e dialogo; gli insegnanti dovranno tornare a essere figure di riferimento: dovranno saper ascoltare e comunicare, sapersi relazionare con studenti e genitori (che dovranno tornare a fare i genitori), educare gli studenti a guardare al mondo con uno sguardo attento e responsabile. L’ho sempre detto che non è un mestiere facile, ma qualcuno lo dovrà pur fare.