Rapporto con il cibo, ne parla ai ragazzi il dr. Erzegovesi

Inviato da Maurizio Rizzo il Gio, 16/02/2017 - 18:36
Il dottor Erzegovesi durante l'incontro con gli studenti

Tra i tanti incontri interessanti che il Greppi ha organizzato per la settimana del successo formativo, un rilievo particolare ha avuto la conferenza dedicata al rapporto del singolo con il cibo del dottor Stefano Erzegovesi, medico psichiatra e nutrizionista Coordinatore delle attività cliniche e di ricerca al Centro per i Disturbi Alimentari dell'Ospedale San Raffaele di Milano. Inutile sottolineare la grande attualità dell'argomento: l'aumento dei disturbi alimentari è stato rilevato dalla pratica clinica e documentato nella letteratura scientifica.

Mangiare sano: per ciascuno potrebbe voler significare qualcosa di diverso. Per questo grande importanza assume l'educazione ad un modo di cucinare più consapevole, che favorisca un'educazione teorica alla corretta pratica alimentare cui si affianchi la preparazione di pasti salutari. Esistono delle linee guida su questo argomento che ci indirizzano verso una piramide alimentare che oggi si potrebbe esemplificare con un diagramma a torta che ricorda un piatto, pieno per metà di vegetali, frutta e verdura, dando tuttavia alla verdura la priorità. L'altro 50% del piatto sarà piena invece di proteine e carboidrati. Meno della metà i carboidrati, facendo attenzione che siano integrali, il resto completato dalle proteine, meglio se prevalentemente vegetali Nel corso della conferenza sono stati passati in rassegna tanti falsi miti dell'alimentazione.
Ai ragazzi il dottor Erzegovesi ha proposto di prendere di nuovo contatto con il cibo mediante la propria sensorialità, lato assolutamente connesso alla nutrizione: le caratteristiche dei cibi, ciò che per noi diventa apprezzabile, passa dalla consistenza, dal tatto, dal profumo e dal sapore.

Questo è un modo per difendersi dal cibo spazzatura il cui successo si basa proprio sulla rapidità della sua assunzione, una gratificazione immediata che viene esaltata da alcuni componenti fissi (sale+zucchero+grassi) con sapori molto concentrati. La percezione più duratura di un sapore viene invece educata attraverso un processo di attenzione comportamentale.
Proprio per verificare questo aspetto, si è procede ad un esperimento: ad ogni partecipante viene dato un quadretto di un cioccolato commerciale ripieno di crema di latte e un quadretto di cioccolato fondente. Per un intero minuto ai ragazzi è stato chiesto degustato prima il primo e poi il secondo e di valutare poi numericamente il sapore di ciascuno all'inizio e alla fine della degustazione.
Risultato: per la maggior parte degli assaggiatori, il cioccolato più dolce e commerciale scende nell'apprezzamento, mentre il cioccolato fondente, in questo assaggio prolungato acquista punti.